"Chiamami con il mio nome" è il titolo della recente indagine di Save the Children, Dossier Back to School 2025.
L'indagine conferma i dati delle precedenti indagini sia a livello nazionale che a livello europeo.
Gli studenti con cittadinanza non italiana registrano un forte divario con le generazioni di studentesse e studenti nati in Italia da genitori italiani.
Tra le motivazioni che più alimentano il fenomeno troviamo:
- cultura diffusa tra i docenti ad inserirli in una classe anagrafica inferiore per "permettergli di imparare la lingua" - in pratica li bocciamo di default, senza considerare se hanno o meno competenze in altre discipline come matematica, inglese, scienze...
- orientamento prevalente verso percorsi tecnici o professionali, comunque a percorsi che permettono un inserimento professionale più rapido rispetto alla scelta di un liceo
- condizioni socioeconomiche familiari fragili che non consentono importanti investimenti nell'istruzione
- segregazione scolastica o fenomeno del White Flight
Una classe multilingua è un patrimonio inestimabile, un laboratorio di approcci culturali e linguistici, di visioni sul mondo differenti che dovrebbero favorire lo sviluppo delle cosiddette soft skills o capacità di fare rete e relazione.
Al momento, in Italia, solo il 3,9% degli studenti con cittadinanza non italiana si iscrive all'università e solo il 17,5 % dei lavoratori stranieri si colloca nelle categorie professionali più elevate ovvero i dirigenti, le professioni intellettuali, tecniche e scientifiche, contro il 40% degli italiani.
