Le ragioni della dispersione scolastica

 




La dispersione scolastica considera le alunne e gli alunni che abbandono il percorso di istruzione e formazione prima del conseguimento di una qualifica o diploma: interruzioni e/o ritardi nel percorso di studi, evasione dell’obbligo di frequenza, fino all’abbandono della scuola prima della fine del ciclo formativo.

Si considera dispersione scolastica esplicita quando vi è una mancata, incompleta o irregolare fruizione dei servizi di istruzione. Mentre si definisce dispersione scolastica implicita quando le alunne e gli alunni, pur concludendo regolarmente il percorso di studi, non hanno competenze di base minimamente adeguate, ovvero hanno esiti di apprendimento al di sotto delle proprie potenzialità (underachievement).

I divari di apprendimento si formano nei primi anni di scuola e crescono nel tempo.

Nella scuola secondaria di II grado si registra una maggior dispersione tra gli indirizzi tecnici e professionali, meno nei licei.

I dati, inoltre, evidenziano un divario dettato dal genere: sono più numerosi gli alunni in dispersione rispetto alle alunne.

Lo status d’origine, la classe sociale e il capitale culturale familiare, continuano a influenzare l’accesso o la scelta della scuola e l’opportunità di ottenere titoli di studio superiori.

L’origine sociale e culturale, infatti, orienta il percorso formativo scelto e determina la spendibilità del titolo ottenuto sul mercato del lavoro cioè la capacità di guadagno che una persona avrà in futuro.

L’etnia di appartenenza viene considerata un criterio variabile, che in alcuni casi si rivela più importante della classe sociale, mentre in altri è del tutto marginale.

Tra i fattori individuali troviamo:

      difficoltà cognitive e di apprendimento

      la mancata scolarizzazione ai livelli iniziali di istruzione

      demotivazione verso lo studio e la scuola

      senso di inadeguatezza per quanto concerne la possibilità di raggiungere risultati scolastici soddisfacenti (autoefficacia)

      sentirsi appartenenti ad una cultura oppure a più culture o ancora a nessuna cultura

Fattori socioeconomici:

      il titolo di studio dei genitori

      il sentimento generale della famiglia verso lo studio e la partecipazione scolastica

      le aspettative della famiglia

Fattori macro:

      L’offerta formativa in linea con le esigenze del mercato del Lavoro

      I cambiamenti delle strutture sociali e culturali (si pensi alle nuove strutture familiari)

      L’andamento demografico o inverno demografico

      Fenomeni come la diffusione della droga o della violenza

 Gli effetti della dispersione nella società non possono essere sottovalutati dalle politiche future, né a livello nazionale, né a livello locale.

Le persone con un minor grado di istruzione e formazione tendono ad avere difficoltà in vari ambiti:

Economico: riduzione delle opportunità di lavoro e salari inferiori.

Sociale: maggior rischio di emarginazione e povertà.

Personale: difficoltà nel raggiungimento di obiettivi di vita.

Sanitario: maggiori possibilità di contrarre patologie a seguito di stili di vita poco salutari.

Se l’apprendere perde significato nella scala dei valori vi è un progressivo impoverimento della società.

Lo afferma l’indagine condotta da Fondazione Agnelli e Rocca 2025 “[...] Insieme alle caratteristiche individuali e di retroterra familiare degli studenti e alle specificità socioeconomiche e culturali del contesto territoriale – i divari di apprendimento sono dovuti in misura importante anche a differenze 'fra le scuole' e 'dentro le scuole'.”

Alcuni interventi e metodologie sembrano arginare il fenomeno della dispersione scolastica. Per esempio la leadership cooperativa dei dirigenti scolastici, la capacità di fare rete con il territorio, l’apertura della scuola ad esperienze formative esterne, l’introduzione di metodologie e approcci volti all’orientamento degli alunni, sostenere la creazione di legami forti con i compagni e i vari interlocutori territoriali.

In generale le scuole possono fare la differenza offrendo condizioni di apprendimento commisurate alle caratteristiche degli allievi, adottando strategie volte a sostenere la motivazione allo studio, promuovere sia gli apprendimenti disciplinari sia l’acquisizione di competenze relazionali.

La valutazione standardizzata degli apprendimenti, attraverso le Prove INVALSI, è uno degli strumenti per stimare il fenomeno della dispersione e identificare eventuali distorsioni dell’equità dell’offerta formativa e i divari educativi.

Possibili interventi in questa realtà sociale complessa e mutevole, ricca di cambiamenti repentini dettati anche dallo sviluppo tecnologico, potrebbero essere:

- progettare percorsi di istruzione di breve durata con aggiornamenti successivi

- favorire esperienze lavorative, tirocini estivi e stage

- promuovere attività di Service Learning

E' importante offrire ai giovani opportunità di acquisire competenze anche al di fuori dell'apprendimento formale, come suggerisce la Raccomandazione EU del 20 dicembre 2012.

Negli ultimi anni, la società è profondamente mutata anche nei suoi meccanismi produttivi, con uno spostamento verso la produzione di massa a discapito della produzione artigianale. Scompaiono le cosiddette botteghe artigiane e le professioni ad esse legate che costituivano un valido approccio professionalizzante per tutti i giovani che non si riconoscevano nel mondo della scuola.

Molti giovani hanno bisogno di un approccio pragmatico e laboratoriale dove sperimentare autonomia, confronto dialettico, frustrazioni per sviluppare senso di autoefficacia e autostima.

"Se lavorare stanca, non lavorare uccide, anche gli adolescenti" - Dr. Jhonny Dotti