Cittadinanza e Plurilinguismo: perché dire SÌ l’8 e 9 giugno significa costruire un’Italia più giusta e inclusiva
L’8 e 9 giugno i cittadini italiani saranno chiamati a esprimersi in un referendum storico sulla riforma della legge sulla cittadinanza. Una riforma attesa da anni, che riguarda soprattutto i figli di cittadini stranieri nati o cresciuti in Italia: giovani che parlano l’italiano, frequentano le nostre scuole, condividono la nostra cultura.
Sono alunne e alunni a cui si chiede di acquisire competenze sociali e civiche in materia di cittadinanza (Raccomandazione relativa alle competenze chiave per l'apprendimento permanente, approvata dal Parlamento Europeo il 22 maggio del 2018) ma, per contro, non viene loro riconosciuta la cittadinanza italiana.
Dire SÌ significa riconoscere l’Italia com’è davvero
Oggi, in Italia, ci sono oltre 1 milione di giovani di origine straniera che non sono considerati cittadini italiani, pur essendo italiani di fatto. Il voto favorevole al referendum rappresenta un passo fondamentale per il riconoscimento giuridico e sociale di questi giovani, che già partecipano attivamente alla nostra società.
Il SÌ non “regala” la cittadinanza: la concede con criteri chiari, dopo un percorso scolastico e di integrazione certificato. È una scelta di civiltà e responsabilità, che afferma un principio semplice.
Il plurilinguismo: una risorsa, non una barriera
Accanto al dibattito sulla cittadinanza, si inserisce quello sull’importanza del plurilinguismo. I giovani di origine straniera rappresentano una straordinaria ricchezza linguistica e culturale. Parlano due, tre o più lingue: un patrimonio spesso ignorato o sottovalutato, ma che costituisce un vantaggio cognitivo, sociale ed economico.
Numerose ricerche dimostrano che il plurilinguismo sviluppa competenze trasversali, favorisce l’adattabilità e l’apertura mentale. In una società globalizzata, queste competenze sono fondamentali: nelle scuole, nel mondo del lavoro, nella cittadinanza attiva.
Sostenere il plurilinguismo significa investire in un’Italia più moderna, aperta e pronta ad affrontare le sfide del futuro.
Un voto per il futuro
L’8 e 9 giugno non si vota solo per una legge. Si vota per un’idea di Paese: un’Italia che riconosce la pluralità, che abbraccia chi cresce sul suo territorio, che valorizza ogni lingua e ogni storia.
Dire SÌ al referendum è un atto di giustizia, ma anche di visione. Significa costruire una società più equa, dove ogni giovane possa sentirsi parte e portatore di valore. È un SÌ alla democrazia, alla coesione, alla cultura.
Webinar organizzato nell'ambito del progetto RISE: Responsible Involvement in Society and Elections
