In linguistica, la teoria dell'albero genealogico è una teoria secondo cui lingue imparentate possono essere classificate in una famiglia linguistica rappresentabile come un albero genealogico, la cui radice è la lingua comune (o protolingua) antenata delle altre lingue, e dalla quale si sviluppano varie ramificazioni e sottoramificazioni, chiamate rispettivamente gruppi e sottogruppi. La teoria è stata formulata per la prima volta nel 1861 dal linguista tedesco August Schleicher. (Wikipedia)
L'albero genealogico linguistico è una idea di Stefania Scaglione ed è una metafora educativa e culturale usata per aiutare a visualizzare
la complessità e la ricchezza linguistica di ogni studente, in particolare
di quelli con background migratorio. Non si tratta di un albero tradizionale di
discendenza familiare, ma di una mappa linguistica personale, che aiuta
a:
- valorizzare la pluralità linguistica di ogni individuo
- riflettere sulla biografia linguistica dello studente
- promuovere
un’idea di lingua come risorsa, non come ostacolo
Le lingue dell’albero genealogico sono:
- le lingue
parlate in famiglia, spesso quelle dei genitori o dei nonni;
- i dialetti
locali (sia italiani sia stranieri);
- le
lingue apprese nei primi anni di vita (anche se oggi poco usate).
Sono le lingue dell’identità affettiva e culturale,
della mediazione, dell’integrazione e della crescita personale.
Sono le lingue della proiezione, dell’immaginazione, della relazione
con il mondo.
Mappare la complessità linguistica individuale
(ognuno ha più lingue!) restituisce dignità a tutte le lingue, comprese quelle
non dominanti; permette di traghettare il concetto secondo il quale ogni
lingua ha un valore e il plurilinguismo è visto come ricchezza.
L’albero genealogico linguistico permette di coinvolgere
gli studenti in un esercizio di riflessione identitaria e interculturale.
Per esempio:
Studente di origine albanese nato in Italia, che vive a
Roma, potrebbe avere:
Radici: albanese, dialetto gego o tosk, dialetto
pugliese (se vive lì).
Tronco: italiano (lingua della scuola e della
quotidianità).
Rami: inglese (lingua studiata), francese (voglia di
imparare), magari una lingua della musica o della tecnologia.
Studente di origine italiana, che vive a Ventimiglia, potrebbe
disegnare il proprio albero genealogico:
Radici: italiano, dialetto ligure (lingua in
famiglia)
Tronco: italiano (lingua di studio), francese (lingua
colloquiale al confine Italia-Francia)
Rami: inglese (passione per la musica o la tecnologia, lingua di studio), spagnolo (lingua colloquiale per conversazioni con compagni di scuola e amici).
Vedi anche:
- la ricerca di Ilaria Micheli "Ecologia della comunicazione"
- la Dichiarazione di Salisburgo per un Mondo Multilingue
